Tenuta Calimaia segna il ritorno dei Frescobaldi a Montepulciano e ripercorre i passi di Lionardo di Niccolò Frescobaldi, che fu sindaco di Montepulciano nel 1390. Adagiata sulle colline tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, la tenuta si estende per circa 70 ettari in una delle zone storicamente vocate alla produzione del vino nobile di Montepulciano: Cervognano. I vigneti, disposti a corona sul rilievo del Monteliscione, si posizionano a circa 300 metri sono caratterizzati da suoli di origine pliocenica, poveri di materia organica e quindi particolarmente adatti alla coltivazione del sangiovese (in questa zona tradizionalmente chiamato prugnolo gentile).
L’alta presenza di argille e le elevate temperature – dovute alla bassa altitudine – danno vita a un vino nobile strutturato e potente e ricco di tannini. Tenuta Calimaia rende omaggio al ruolo che la proprietà ha avuto nel consolidare il prestigio e la potenza di Firenze operando nelle antiche corporazioni.
Il nome trae ispirazione dalla più antica delle arti, la «Calimala», dedita al commercio dei tessuti. Il disegno, la «pecora alata», sintetizza il legame tra i Frescobaldi e le corporazioni e trae ispirazione dai loro stemmi: la pecora, emblema dell’arte della lana; le ali e il torsello, tratti dal blasone dell’arte di calimala; il rocco, simbolo di potenza.
Il bicchiere di Calimaia (a base per il 90% di sangiovese con una residuale di altri vitigni a bacca rossa) ha un colore rosso rubino intenso. Il naso si appalesa con vigore nelle sue note di frutti scuri che lasciano intravedere un punteggiare di tocchi rossi afferenti al mondo delle ciliegie, poi iniziano le speziature dolci con tocchi leggermente balsamici e ciocccolatosi.
Il sorso riprende la potenza nasale e anche l’allungo punta sul volume, senza mai essere però eccessivo, anche amplificato da un tannino morbido e vellutato.
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